Ma nel 2015 ha ancora senso il Festival di Sanremo?
Vogliamo parlare solo di musica, ci teniamo a mantenere un taglio “musicale” e non cadere in facili polemiche ma ogni tanto qualche critica ci vuole. Ci teniamo a far presente che non tutto va per il verso giusto ed il Festival della Canzone Italiana di Sanremo potrebbe andare sicuramente meglio. Anche se so che questo tema è stato toccato da chiunque e cadere in luoghi comuni è veramente facile provo a far chiarezza sull’argomento, non sarò certo esaustivo ma proverò a rispondere alla domanda che ho sollevato nel titolo.
Il titolo tiene valida una domanda che necessita di una risposta, non è un semplice gancio per acchiappare il lettore, cercherò quindi per quanto la mia età non mi aiuti a trovare un motivo (legato al mondo della musica) per cui valga la pena tenere aperta questa “competizione”. Partiamo dal passato.
Il Festival della Canzone Italiana nasce nel 1951, inaugurato a Sanremo presentato da Nunzio Filogamo. La manifestazione è organizzata fin da subito dalla RAI ente che aveva ereditato la gestione della radiofonia dall’EIAR. Da sempre è la Rai a scegliere le canzoni che poi parteciperanno al festival, nella prima edizione furono 240 le “candidate” e la direzione artistica era affidata al maestro Giulio Razzi. Dobbiamo ricordare come anche allora non c’era una regola fissa: una canzone vincitrice al festival poteva non essere portatrice di successo nei mesi successivi, anzi molto spesso le canzoni vincitrici del festival erano veramente semplici e fin troppo orecchiabili, la linea melodica era banalissima e facilmente ricordabile in modo che potesse essere subito notata dai giudici. Fin da subito furono visibili due grandi categorie che per molti anni segneranno l’apparato ideologico del festival, purtroppo tutto ciò non fece decollare la credibilità del festival: la prima era quella delle melodie immediate e scontate, la seconda quella formata da canzoni con testi meramente spensierati che avevano come unico scopo quello di rendere senza problemi quei due minuti di rappresentazione.
Eppure piano piano il numero di italiani che si appassiona al festival è sempre maggiore e la cultura popolare si sviluppa parallelamente al festival che diventa senza dubbio specchio dei cambiamenti che sono in atto nella penisola. Nel 1958 la svolta, Domenico Modogno apre le braccia verso la folla e canta “Nel Blu Dipinto di Blu”, più conosciuta per il suo ritornello “Volare”, brano che scalerà tutte le classifiche mondiali e cambierà in maniera importante l’idea di musica italiana e di conseguenza l’idea di Festival di Sanremo.
Gli anni sessanta furono un decennio pieno di successi, ma dopo la morte ancora oggi misteriosa di Luigi Tenco, il festival subì una grande crisi. Tra il 1973 e il 1980 infatti, la Rai vista la costante involuzione dell’evento decise di “abbandonare” la manifestazione, per alcuni anni trasmetterà unicamente in radio le prime due serate e la diretta televisiva sarà riservata solo per la finale. I discografici non avevano più intenzione di puntare sul Festival e sacrificare una singola canzone, il mercato prediligeva i vari LP contenenti più tracce e la scarsa visibilità mediatica in mancanza del supporto televisivo rischiava di compromettere il lavoro. Per tutti gli anni settanta ad eccezione de “La prima cosa bella” di Nicola di Bari e “4/3/1943″ di Lucio Dalla, nessuna canzone è entrata nella Top 10 delle varie classifiche.
Gli anni 80 invece rappresentano la rinascita del Festival anche se come negli anni precedenti il binomio successo al festival, successo esterno non sarà rispettato. Numerose sono però le personalità di spicco che vengono alla luce in questi dieci anni che troveranno poi realizzazione anche nei decenni successivi. Mango, Vasco Rossi con “Vado al massimo” nel 1982 e con “Vita spericolata“(penultima classificata nell’ edizione 1983), Patty Pravo, Loredana Bertè, Loretta Goggi e Alice vincitrice dell’edizione 1981 con il brano “Per Elisa“. Nel 1988 vinse Massimo Ranieri, e nel ’89 in seguito al cambio di proprietà ci fu il ritorno di alcuni “Big” della musica italiana come Ornella Vanoni, Gino Paoli, Fausto Leali e il debutto di giovani artisti quali Lorenzo Jovanotti e Raf con la sempreverde “Cosa resterà degli anni 80”.
Anche gli anni 90 hanno dato voce a numerosi artisti che hanno saputo raggiungere una credibilità al di fuori del Festival Giorgia, Laura Pausini, 883, Neri Per Caso, Gianluca Grignani (presente anche quest’anno), Carmen Consoli ed gli Elio e le storie Tese con la “Terra dei Cachi“, uno splendido pezzo satirico che vinse il premio della Critica nel ’96.
Anche all’inizio del 2000 qualche sprazzo di qualità si è visto grazie ai Negramaro, Sergio Cammariere, Tiromancino, Elisa, Bluvertigo.
PARLIAMO DEL PRESENTE E DELL’EDIZIONE MEMORABILE ALLA QUALE STIAMO ANDANDO INCONTRO. ABBIAMO FATTO GRANDI NOMI FINO AD ORA, ABBIAMO PARLATO DI ARTISTI CHE HANNO SCRITTO LA STORIA DELLA MUSICA ITALIANA MA QUEST’ANNO?
Se già negli anni scorsi c’era da lamentarsi e alcune rappresentazioni di pilotaggio estremo dei televoti erano talmente palesi da far vomitare un sordo (anche se sentono più i sordi che i coglioni), vedendo chi parteciperà al Festival 2015 francamente non posso immaginare che venga fuori un edizione accettabile.
Diciamolo non è colpa degli artisti, ognuno fa il proprio mestiere e chi rifiuterebbe di partecipare a Sanremo, forse però bisognerebbe prendersela “COL SISTEMA” che sceglie artisti non degni di un panorama simile.
La credibilità del Festival di Sanremo in questi anni è ai minimi storici, lo dimostra anche il fatto che la scelta dei papabili interpreti e cantanti era veramente di bassa qualità rispetto ad altre edizioni, però francamente mi chiedo come sia possibile che una cantante come Mariella Nava possa essere rifiutata per 15 volte alle selezioni per Sanremo, non una, non due, non tre, É possibile che le sue canzoni non siano mai state all’altezza della fama del festival ma francamente mi puzza un po’. Mi puzza perchè guardando i Big di quest’anno leggo:
Annalisa seconda partecipazione al festival a mio modesto avviso discreta cantante.(Faccio notare che ha partecipato al reality Amici di Maria De Filippi). Lo sottolineo non tanto perchè io odia a prescindere i Talent Show o nutra qualche particolare antipatia nei confronti dei programmi televisivi, ma mi domando se sia possibile che i nuovi artisti che calcano questo palcoscenico debbano per forza aver messo piede sul palco di un Talent, vogliamo pensare che qualcuno bravo ci sia anche fuori?
In effetti un gruppo che a me piaceva c’era. Sono i Santa Margaret, hanno provato ad entrare nella categoria “giovani”, ma non sono stati presi.
Torniamo a parlare di BIG e di artisti già affermati che parteciperanno a Sanremo 2015.
Nina Zilli, so che canta ma faccio mea culpa e ammetto di non conoscerla, evito commenti inutili.
I Dear Jack ho sentito qualche loro canzone prima di scrivere quest’articolo e questa volta non commento per altri motivi.(Faccio presente che nel 2013 sono diventati famosi grazie ad Amici).
Poi ci sono Alex Britti e Nek, finalmente i primi Big che leggo, un po’ sbiaditi ma qualche anno di maturità in più non può aver fatto loro troppo male, due ritorni graditi. Raf (non male) e Masini (immancabile a Sanremo), Irene Grandi (bentornata), Chiara (X-factor) Moreno(Amici), Nesli uno dei pochi rapper che ha deciso di darsi al pop “d’autore” proprio quando lo stile “Rap” sta spopolando, scelta coraggiosa che va rispettata, Il volo gruppo che ricorda tanto i bei tempi dove il canto all’italiana attraversava l’oceano, tre bravi cantanti al momento giusto nel posto giusto.
Ora, dopo questa prima carrellata cercavo qualche artista che potesse sollevare questa edizione invece leggo: Lorenzo Fragola (fresco vincitore di X factor, posso solo immaginare come la giuria possa aver sentito la sua canzone, e poi ha 17 anni perchè BIG?) continuiamo, Anna Tatangelo e Bianca Atzei, voi direte ma chi è Bianca Atzei? Non la conosco ma Bianca ha una bella voce, è anni ormai che stanno provando ad inserirla ma con scarsi risultati.Per ora di BIG ha solo le cascate di selfie sul suo profilo Facebook. #BIG spero che sia brava quanto bella.
Arriviamo alle chicche, quando ho letto non ci volevo credere: MAURO CORUZZI, google ed esce Platinette, non ci sto ancora credendo. In preda all’ ultimo spasmo perchè francamente non riesco a capire come sia possibile avere Platinette sul palco di un festival dedicato alla canzone italiana. Leggo l’ultimo nome: Biggio e Mandelli.
Aspettate, ho letto male loro non sono concorrenti, presenteranno qualcosa. Rileggo: <<artista: Biggio e Mandelli>>
Quindi avevate capito bene i Soliti idioti saranno concorrenti di Sanremo con un loro brano. Francamente qua la parola musica viene usata a sproposito, immagino già la solita canzone che mette in evidenza gli stereotipi degli italiani con qualche parolaccia e qualche riferimento al mondo omosessuale, se poi non sarà così mi verranno a richiamare però è disarmante come il punto di decenza finisca sempre più in basso.
Si confonde troppo spesso il termine musica leggera con musica di “Me***”, non è tutto normale, non è tutto dovuto, non possono essere accettati due ragazzi che fanno cabaret. Ogni anno è sempre peggio e non lo dico io il professorone di turno, basta leggere e farsene una ragione. Mi domando se possa esistere un programma MainStream dove venga passata buona musica, si accettano suggerimenti.
Considerando da dove veniamo e considerando la qualità che la musica italiana ha espresso in 50 anni non mi sembra che questo possa essere accettabile. Qui non si parla più di musica, nel 2015 avere un cabaret al posto di un Festival della Canzone Italiana non ha senso. Cambiate il nome, chiamatelo Colorado a Sanremo, tanto gli applausi finti ci sono anche lì.
Ringrazio Edoardo Tabasso, Marco Bracci poichè ho preso numerosi spunti dal libro”Da Modugno ad X factor” e Franco Fabbri per la parte inerente ai primi anni del Festival.
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