YMW ai provini di X-Factor
Sabato 23 maggio è iniziata la tre giorni bolognese di pre-selezioni per la nona edizione di X-Factor e noi di YMW non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di respirare quell’aria di speranza giovanile mista a tensione che si può trovare solo ad un evento simile (il fatto che dovessi anche fare da accompagnatore ad un mio amico è chiaramente solo una coincidenza).
Il risveglio alle 5.30 per prendere il treno delle 6.23 è di quelli traumatici, ma il mondo del giornalismo non fa sconti a nessuno e così mi ritrovo davanti alla Stazione Centrale quando gran parte della città sta ancora dormendo.
Facendo un giro sulle varie carrozze del Frecciarossa noto che sono parecchi i ragazzi, con l’espressione assonnata quanto la mia, che sono evidentemente destinati a raggiungere la Torre Unipol, sede delle audizioni: c’è chi passa il tempo riempiendo i moduli di iscrizione con i propri dati personali, chi ha con sé i testi delle canzoni che andrà a cantare davanti ai giudici e chi è addirittura già in possesso del proprio numero identificativo.
Alle 7.32 Bologna accoglie me e tutti i candidati con un clima per nulla promettente e che, anzi, peggiorerà durante la giornata: pioggia e vento freddo la fanno da padrone, mettendo così a dura prova la tenacia e la resistenza di quanti sono lì ad inseguire il proprio sogno; ma soprattutto le mie, che invece sono lì ad inseguire coloro che inseguono il proprio sogno. Giunto alla già citata Torre Unipol, noto che, come prevedibile, il numero di persone in fila per ricevere il proprio numero per il provino è già molto alto; per di più, l’organizzazione di X-Factor non ha predisposto alcuna protezione dalle intemperie per i candidati, quindi la fede nella mia impresa vacilla già per la seconda volta in poche ore di fronte all’interminabile distesa di persone ed ombrelli che mi precedono.
Gli aspiranti partecipanti al talent show di Sky iniziano a ricevere i propri numeri alle 8.30 e così, non molto tempo dopo, raggiungiamo l’ingresso dell’edificio all’interno del quale si terranno i provini. Siamo ancora in preda al gelo (situazione che non cambierà per tutto il resto della giornata), ma, se non altro, almeno siamo al riparo dall’acqua.
A questo punto, conscio del fatto che l’attesa sarà molto lunga, inizio a guardarmi intorno e a scrutare i volti di tutti questi aspiranti cantanti: ci sono i ragazzini alle prime armi, in molti casi minorenni (e accompagnati da genitori che avrebbero trascorso volentieri il proprio week-end in altro modo), che lasciano trapelare quel misto di spaesamento ed eccitazione che solo chi si ritrova per la prima volta a vivere un’esperienza del genere può provare; ci sono quelli che si trovano lì quasi per caso e che prendono la cosa come un divertimento, consapevoli probabilmente che tentare di entrare ad X-Factor è quasi più un gioco che il sogno di una vita; ci sono gli introversi, che sanno di essere del tutto inadatti ad una ribalta come quella televisiva, ma che, nonostante questo, ci provano lo stesso, perché hanno voglia di urlare al mondo tutto ciò che hanno dentro e l’unico mezzo a loro disposizione per farlo è la musica; ci sono infine quelli che non hanno un singolo dettaglio fuori posto dal punto di vista dell’immagine e dell’atteggiamento, cioè coloro che sono perfettamente tagliati per i talent show e che sono lì al disperato inseguimento del proprio sogno, sia esso quello di aggiudicarsi quanti più dischi di platino possibili, sia esso quello di avere i propri quindici minuti di celebrità alla Warhol.
Ben presto, comunque, la zona antistante alla Torre Unipol diventa una sala prove a studio aperto, con gente che inizia a suonare e cantare liberamente, un po’ per mantenere allenate le corde vocali in attesa di quei dieci minuti che potrebbero cambiare la vita e un po’ anche per stemperare la tensione. Si viene così a creare una situazione di piacevole vicinanza artistica e personale tra diversi musicisti che fino a cinque minuti prima non si conoscevano, interrotta di tanto in tanto da qualcuno che, volendosi mettere un po’ in mostra, decide di alzare il tono della propria voce per farsi sentire il più possibile. Comunque sia, questo è il momento in cui decido di iniziare a svolgere seriamente il mio lavoro di reporter ed inizio ad intervistare un po’ di aspiranti concorrenti.
Contro/Corrente
Ciao ragazzi, cantate insieme? Come vi chiamate?
Ciao. Noi siamo due fratelli, Angelo e Melo e siamo i Contro/Corrente. La nostra formazione nasce nel 2003 come un trio, mentre ora siamo rimasti solo noi due e quindi formiamo un duo. Siamo sia autori, sia compositori, quindi scriviamo noi personalmente i nostri pezzi.
Che genere di musica fate?
Noi facciamo pop, R&B, dalle sonorità anche un po’ elettroniche. Il nostro genere di musica è prevalentemente pop, ma può variare in base a quello che va e che non va… però ha una sua identità in sé e per sé.
Avete all’attivo qualche pubblicazione?
Sì, il progetto Contro/Corrente ha all’attivo due album di inediti e diversi singoli usciti sulla rete tramite iTunes, con relativo video.
E’ la prima volta che provate a partecipare ad un talent show?
Questa è la terza o quarta volta che proviamo ad X-Factor. Già è capitato che stavamo entrando a metà programma e siamo sempre arrivati alle selezioni di fronte ai giudici. Oltre a questo, comunque, abbiamo diverse esperienze come open act: Sonohra, Povia, Zero Assoluto. In più abbiamo fatto colonne sonore per fiction, live… insomma, un po’ di tutto.
Santiago e Dujan
Ciao ragazzi, quanti anni avete e da dove venite?
Ciao! Abbiamo 18 e 19 anni e veniamo da Ferrara.
E’ la prima volta che fate un casting?
Dujan: Sì, è la prima volta e l’emozione è a mille!
Santiago: Sì. Diciamo che praticamente è bello perché oggi è per noi la prima esperienza… insomma, è qualcosa che devi fare bene, devi dimostrare quanto vali.
Il vostro genere di riferimento qual è?
Santiago: Pop e R&B. Però mi piace un po’ di tutto: la musica è bella, quindi è bello cantare tutto. Mi piace immedesimarmi in qualsiasi canzone.
Dujan: Soul e blues… in generale tutta la black music.
Avete già le idee chiare su che canzoni portare al provino?
Dujan: Io ho scelto le due inglese ed una in italiano… l’altra in italiano devo ancora deciderla!
Santiago: Io ho già scelto tutto. Porto A chi mi dice dei Blue, ed Estate dei Negramaro in italiano; in inglese invece ho scelto Let Me Love You di Mario, che è un cantante R&B, e I’m Yours di Jason Mraz, un pezzo un po’ più conosciuto.
Terminate le mie interviste, non mi è rimasto che restare ad osservare il lento procedere dei provini, la cui organizzazione portava a far entrare nella Torre Unipol venti candidati alla volta, i quali, all’interno, venivano suddivisi in ulteriori gruppi di trenta persone; a quel punto, ciascun gruppo veniva lasciato in attesa fuori da una stanza, al cui interno era presente un giudice che ascoltava gli aspiranti partecipanti uno alla volta, concedendo dieci o quindici minuti a ciascuno. In sostanza, se pensate di andare ai provini di X-Factor, munitevi di molta pazienza.
Se non altro, sono sicuro che chiunque abbia partecipato al casting conserverà un ricordo positivo della giornata, derivante dall’aver condiviso del tempo e dello spazio con persone con cui in quel momento aveva in comune solo la passione per la musica e l’impazienza per poter dimostrare di meritarsi di continuare a seguire quel sogno chiamato X-Factor.
Ah, volete sapere com’è andata al mio amico? Gli è stato detto che canta bene, ma che, per una questione di “immagine”, non ha speranza di essere preso, nemmeno se decide di presentarsi ai provini per i prossimi dieci anni. Capito cos’è l’X-Factor?
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