Intervista YMW: The Avener
The Avener è un ragazzo che nell’ultimo anno ha conosciuto un importante successo. Si mostra da subito disponibile benché siano le 9.30 di mattina, non un orario comodo per un deejay; entra in sala abbastanza in punta di piedi quasi senza disturbare, e saluta tutti. Non è uno sprovveduto conosce la musica e ha studiato musica classica per molti anni.
Ci sono un paio di giornalisti(che ringrazio per alcune domande che troverete nell’intervista) e lui è accompagnato dal suo Manager. Il suo successo è dovuto al Re-work di Fade Out Lines canzone di Phoebe Killdeer and The Short Straws. Ha raggiunto i vertici delle classifiche europee e non solo: in Francia paese d’origine dell’artista, è arrivata fino al terzo posto, in Italia ha venduto 30mila copie, Seconda posizione in Belgio, Terza in Svizzera e Numero 1 in Germania.
In questi giorni era in Italia per presentare il suo nuovo album “The Wanderings Of The Avener” in uscita il 24 Febbraio 2015, e per lanciare il suo mini Tour in Italia: 16 Gennaio al Factory Milano e a Roma (data da definire).
Abbiamo avuto il piacere di fargli qualche domanda, vediamo come è andata.
Partiamo dalle tue origini, come nasce il tuo rapporto con la musica? Abbiamo letto che ha studiato musica classica, è vero?
Si, è corretto ho studiato fino ai 15 anni pianoforte, ho avuto un’educazione accademica dura a volte perchè oltre alle molte ore di esercizio pratico c’era anche molta teoria e il solfeggio non poteva mancare, finchè a 15 anni ho chiesto a mia madre una Vespa, ma non ha voluto allora ho virato sui giradischi, così ho iniziato a fare il deejay in camera comprando i primi dischi e appassionandomi alla musica elettronica, in seguito ho iniziato con le prime produzioni. Sicuramente la musica classica mi ha formato e mi ha insegnato le regole della musica, tutto poi ritorna e viene ripreso a partire dalla musica classica, a mio modo di vedere conoscendo la musica classica ci si può poi approcciare ad ogni genere musicale.
C’è qualche consiglio che vuoi dare riferito agli studi da intraprendere per chi si approccia al mondo delle produzioni musicali?
L’unico consiglio che posso dare è quello di essere appossionati di quello che si fa, la passione per la musica è fondamentale, gli studi sono importanti soprattutto per gli accordi e per la struttura musicale, ma la passione è veramente tutto
The Avener da cosa nasce? È sempre stato il tuo nome d’arte?
No inizialmente no. Lo è diventato solo dopo un mio viaggio in Asia del quale vi parlerò dopo, prima avevo un altro nome sono stato Dj Resident in locali a Monaco, Cannes, Nizza mia città natale. Portavo avanti numerosi generi non solo house ma suonavo funky, soul, r&b e ho prodotto anche della musica per me e per altri, il primo pezzo è uscito quando avevo 18 anni, all’epoca mi facevo chiamare TRS, ho prodotto molto finchè non mi sono trasferito a Parigi nel 2010 per cercare un “chance”. È stato molto difficile c’erano molti deejay e non mi conosceva tanta gente, e per guadagnarmi da vivere facevo altro, ho fatto il ghostproducer per un po’ di tempo fino al 2012. Ho vissuto molti cambiamenti e ho visto come la musica da “club” sia cambiata in questi anni, ho deciso di allontanarmi dal suono EDM che non mi rappresentava, la gente non balla salta e aspetta solo l’insistenza del drop. A mio modo di vedere quel genere di musica è aggressivo, non è certo Dance Music perchè la gente non balla. A Nizza ero più tranquillo e sono tornato per produrre la mia musica, e mi piaceva vedere che con quel genere di musica la gente al club non solo si divertiva ma tornava a ballare.
E li qualcosa è cambiato…
Si ho fatto un viaggio in Asia per staccare la spina, a Bangkok ho sentito una canzone su Youtube e l’ho messa nella mia cartella “Favorite” era Fade Out Lines e ho deciso di farne una mia versione.
Sono tornato alla musica House e sono diventato The Avener. Una volta tornato l’ho ri-arrangiata e poi caricata su Soundcloud, e subito ha avuto un enorme successo, totalmente inaspettato, tanto che mi hanno chiamato numerose case discografiche tutte volevano mettere sotto contratto la canzone, ho firmato con la Universal e abbiamo avuto ottenuto l’ufficialità del re-work, l’artista era d’accordo e l’abbiamo pubblicata subito.
Il tuo album “The Wanderings Of The Avener” è formato da canzoni rielaborate alle quali è stata data una seconda vita. Ti rivedi in questa idea?
Perchè no, certo! Ho provato a rendere ballabili canzoni lente senza snaturarne la propria natura. Fade Out lines(così mi è stato detto) è una canzone ottima per la mattina, da cantare melodica e tranquilla, ma allo stesso tempo è una canzone da aperitivo e da serata. Dipende dalle situazioni ma è una canzone “versatile”
Hai raggiunto dei grandi risultati con questo singolo e speriamo anche con il tuo album. Hai idea di creare un album di inediti dopo di questo?
Sicuramente si, ora pensiamo a questo ma poi vorrei creare un album mio certo.
Ultima domanda poi ti lasciamo andare, un artista che ti ha ispirato più di altri? Non per forza nell’ambiente elettronico.
Beh, preferisco partire dai miei studi classici e scelgo Beethoveen la sua musica mi ha ispirato sicuramente, mi ha trasmesso energia come nessuno ha saputo fare e la reputo molto completa , è stato fondamentale per la mia passione.
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