OOVEE, mi Intriga già dal Nome
Sarà che sto incominciando ad essere noioso, sarà che incomincio ad essere intollerante a certe approssimazioni o che semplicemente i miei gusti non comprendono tre quarti dei nuovi filoni che l’elettronica sta sviluppando, ma faccio fatica ad avvicinarmi ad un certo tipo di musica.
Fino a qualche anno fa accettavo, il ribollire di casse dritte, le belle ripartenze chiassose finalizzate da un bel “bassone” piatto. Ci sono fasi differenti della vita che necessitano del proprio tipo di musica e prima di raggiungere una stabilità ne passa di tempo. Si spera per il bene comune che maturando i gusti cambino e riconoscano un’armonia nel bello o quantomeno nel giusto. È un discorso complicato e abbastanza frivolo, ma se dopo un pezzo di dubbio gusto elettronico che passa in radio o che hai dovuto ascoltare perché inviato da una casa discografica, senti il bisogno immediato di ascoltare Easy di Lionel Richie nella versione con Willie Nelson o un Light My Fire di Will Young, allora vuol dire che ci capiamo.
Fatta questa particolare premessa immaginate voi come mi pongo rispetto a musicisti / produttori/ Dj spesso coetanei, che producono brani di elettronica e nel 90% dei casi si prendono troppo sul serio o meglio, prendono troppo sul serio la loro musica.
Cerco spesso progetti che rendano una canzone ascoltabile e godibile dall’inizio alla fine, vi assicuro che in tanti casi (forse la maggior parte) è difficile, ma il progetto OOVEE mi è sembrato sensato, sicuramente centrato ed indirizzato in una direzione che reputo corretta. I due ragazzi che ne fanno parte Momo (Eugenio) e Dan (Daniel) hanno fatto parte di un progetto che i compagni milanesi ricorderanno come Blasterz. Non sono mai andato a nozze con quel filone musicale, e non ne avrei parlato se fossero rimasti ancorati a quel modus operandi, non me ne vogliate, magari sbaglio tutto e non sarebbe la prima volta, ma la ricerca spasmodica di velocità e mani al cielo non mi appartiene.
Ora di apparenza ce n’è poca, ci sono dei buoni lavori che sono senza dubbio interessanti e c’è tanta voglia di farli conoscere. Hanno capito che a parte alcuni fenomeni isolati in cui l’immagine viene prima delle proprie canzoni e delle oggettive qualità, nella grande maggioranza dei casi è necessario costruire qualcosa di vero in cui a crederci devono essere in primo luogo loro stessi. Di successi clamorosi ne esistono a migliaia ma sono destinati a scomparire in breve tempo se non in casi isolati, di progetti fatti di costanza e dedizione continua molti di meno, ma se si vuole vivere di musica sul lungo periodo forse è l’unica via.
Le canzoni prodotte sono belle, arrangiamenti interessanti, velocità non eccessive che danno spazio a ritmiche curiose. Il genere funziona ed è sia ballabile che fruibile in tante situazioni “statiche”.
“Parlare di musica è come ballare di architettura” diceva Frank Zappa, quindi vi metto qualche link per ascoltare quello che hanno fatto.
E qui sotto l’ultimo brano in ordine cronologico.
Sono ancora giovani e possono sicuramente togliersi delle belle soddisfazioni, ora si devono mettere in mostra e crearsi il loro mercato, devono riuscire ad allargare il bacino d’utenza per permettere ai loro brani di avere ancora maggior risalto. A breve uscirà l’aftermovie di Nameless 2016 ed un loro brano inedito è stato scelto e prenderà parte al filmato. Su YMW come sono sicuro vi siate accorti diamo spazio da due anni a realtà valide e promettenti e questo bel progetto può rivelarsi sicuramente tale. Come penso abbiate capito non sono qui per fare una bio del duo, quella la potete trovate sui loro profili Social; sono qui per dire che di artisti interessati ce ne sono molti, quel 10% che salvavo ad inizio articolo merita di essere seguito.
OOVEE fa parte di questo 10%, devono solo continuare a lavorare restando credibili. A voi le danze.
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