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Brunori Sas – Un tour teatrale per la consacrazione

Dario Brunori (voce e chitarra della sua singolare “azienda”, la Brunori Sas) ha deciso di dare inizio a questo 2015 con un nuovo tour, che porterà il cantautore calabrese nei teatri della nostra beneamata penisola. Esattamente, il palcoscenico che solcherà Dario (e non “Bruno”, come erroneamente i fan poco informati sono soliti urlare ai suoi live) sarà proprio quello teatrale, con i palchetti, la platea e il sipario. In un primo momento questo dettaglio ha lasciato un po’ perplessi, soprattutto quelli che hanno iniziato a conoscere la Brunori Sas alle feste di paese, ai festival “indie-pendenti” e nelle piazze italiane. Insomma, in un ambiente goliardico dove la gente improvvisava giri di valzer sulle note de La Mosca e la birra scorreva a fiumi.

Dimenticatevi quindi il Brunori dal baffo e chitarra acustica, che con Guardia ’82 a San Remo per il premio Tenco, ha urlato e narrato storie dei primi amori nati sulla affollatissima spiaggia di Guardia Piemontese. Stessa canzone che, in seguito, verrà definita come la Certe Notti del panorama indie. Esatto, volenti o nolenti, il nome di Ligabue sembra aleggiare imperterrito intorno alla figura dell’artista cosentino (perché tra i due è molto più artista il secondo, ndr.) da prima di quest’estate, quando scoppiò il caso “Aiuto, Brunori non è più indie!”. Attenzione: qui nessuno vuole appiccicare etichette a nessuno perché, se proprio vogliamo fare i Kantiani, Brunori non è “categorizzabile”, è così come vi arriva alle orecchie prendere o lasciare.

A parte questo excursus, la scelta di farci visita in teatro mi sembra, in questo caso, la più coerente con la recente trasformazione “brunoriana”, fatta di canzoni ricercate e cammini spirituali in taxi. Dario solcherà quindi i palchi italiani con la sua proverbiale leggerezza ed autoironia per cantare canzoni e sostenere monologhi intorno alla trasformazione della società. Una domanda lecita, sorge quasi spontanea: “Brunori sarà pronto a mettersi a nudo, live e davanti un’intera platea, per parlare realmente di come la società sia cambiata o continuerà, appunto, a fare schermo con la sua scanzonata simpatia ed irriverenza?”. Sono quasi certo (perché certi non si è mai, se non della mamma) che il mix sarà speciale, anche perché le premesse con cui la Sas arriva a questo tour sono più che ottime. L’ultimo disco (Vol. 3 – Il cammino di Santiago in taxi), infatti, presenta un Brunori più maturo e concentrato, sia sui testi che sulla musica. Non a caso l’intero album è stato registrato, grazie all’aiuto del “mago dei suoni” Taketo Gohara, in un convento (sconsacrato) di frati cappuccini in provincia di Cosenza. Che dire? Più sofisticato di così!
Il lavoro completo è, secondo me, qualcosa di geniale, un ottimo sodalizio tra il Brunori ricercato e quello profano. Il tutto su di uno sfondo costellato di citazioni di ogni genere, scelte retoriche e musicali che rendono quasi immediato il confronto con i “sacri” cantautori della musica italiana.

Questo tour 2015 rappresenta una tappa fondamentale, e non forzata, di un processo evolutivo che ha portato Dario Brunori ad essere uno degli artisti più apprezzati negli ultimi anni. E per apprezzati intendo proprio pienamente compresi e genuinamente stimati. Perché non è importante che la Brunori Sas esca da dietro un sipario, strimpelli su un palco sgangherato da sagra di paese o suoni di fronte ad un oceano di persone come in Piazza Del Campo (Siena) e allo Stadio Olimpico (Roma); l’importante è che la musica tocchi le corde nascoste di ogni ascoltatore tramite l’immediatezza e la semplicità con cui Brunori è sempre riuscito ad emozionare il pubblico a lui di fronte.

Brunori Srl – Una società a responsabilità limitata potrebbe essere una esperienza nuova (uso il condizionale perché ancora non possiedo alcuna sfera di cristallo), in cui l’artista riesca a parlare e raccontare al pubblico teatrale quello che sia il suo punto di vista sulla società attuale, non disdegnando magari qualche riferimento personale. Insomma, una responsabilità non tanto “limitata” in quanto, di fatto, questa consacrazione rappresenta il momento più difficile della carriera di ogni artista.

Intanto, come ultima canzone, lascio un ricordo di quel Brunori dal baffetto, acustica e occhialino rotondo che sembra tanto lontano dallo status degli ultimi tempi ma che, in realtà, è ben presente in ogni nota, canzone, disco o tour.

Ci vediamo in teatro!

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