“Internet Killed The Video Stars, But Not Videomakers”: Intervista Ai Gugu Productions
MTV é morta, ma il videoclip é più vivo che mai. Certo, non é più come nell’era pre-YouTube: accedendo al celebre sito di video-sharing ci si trova davanti ad un universo sconfinato, in cui talvolta é difficile capire quali siano i video ufficiali degli artisti rispetto a quelli creati dai fan. Per farvi capire qualcosa di più di questo mondo ancora estremamente affascinante, ho intervistato per YoungMusicWriters i Gugu Productions. Luca Comelli e Giulia Mavillonio, rispettivamente 28 e 26 anni, si dedicano da qualche anno alle riprese e al montaggio di video musicali e video di serate (aftermovie di eventi nei locali soprattutto), senza tralasciare il videomapping (effetti visivi per eventi) e ovviamente la fotografia, prima grande passione per entrambi. In breve tempo hanno ottenuto grandissime soddisfazioni producendo video per artisti di fama internazionale come Benny Benassi, Klingande e Merk & Kremont per conto di prestigiose etichette come l’Ultra Music e la Spinnin’ Records.
Sono riuscito ad intervistarli nel periodo di pausa prima dell’inizio della stagione calda dei locali con cui collaborano (la serata HØT nella discoteca PULP a Parma in primis) che li tengono impegnati anche durante l’estate: sono reduci infatti dalla trionfale stagione della discoteca estiva Arena Sunshine di Tizzano Val Parma con ospiti del calibro di Tigerlily e Valentino Khan, senza tralasciare gli ottimi DJ resident come Metyu, i Sunstars e Jacopo Cavalli.
-1 A quale età avete incominciato ad appassionarvi alla fotografia per arrivare in seguito al videomaking?
Luca: Ho iniziato fin da piccolissimo utilizzando una reflex a pellicola che mio padre mi lasciava utilizzare nonostante sapessi a malapena quali bottoni schiacciare. A 17 anni ho comprato la mia prima reflex digitale e in seguito ho provato per la prima volta a trasformare quella che era solo una passione in un lavoro. Tutto è nato all’interno di un paio di locali che frequentavo già come cliente e nei quali sono entrato in seguito come membro dello staff, occupandomi delle fotografie durante le serate. In uno di questi locali, il London’s Corner, ho incontrato il produttore e tecnico del suono Alessio Buso che mi ha chiesto se volevo provare a realizzare il video per un suo pezzo (Troppo Wasted) che stava per uscire. Ho accettato nonostante fossi ancora molto carente in fase di montaggio: alla fine il risultato finale non è stato granchè, ma mi sono molto divertito e ho imparato parecchio.
Giulia: Anche io ho iniziato con la reflex di mio padre, ma non l’ho mai utilizzata prima dei 16 anni. Nel 2006 in occasione di un viaggio a New York mio padre mi ha regalato una macchina fotografica compatta e, incantata da quella città incredibile, ho iniziato a fotografare tutto quello che vedevo. Dopo la fine del liceo ho seguito un corso di fotografia alla LABA di Brescia, ma per quanto riguarda i video non sapevo quasi nulla prima di conoscere Luca.
-2 Quando nasce il progetto Gugu Productions? La vostra amicizia si riflette nel lavoro in modo esclusivamente positivo o talvolta rappresenta un limite?
Gugu: La Gugu Productions nasce ufficialmente nel 2012, due anni dopo l’inizio della nostra amicizia. Ci siamo conosciuti nel 2009 in una circostanza lontana anni luce dall’ambito artistico: ci siamo ritrovati a lavorare in fabbrica durante la campagna estiva dei pomodori, un’esperienza dura ma che permette ai giovani di guadagnare bene in poco tempo. All’inizio, probabilmente per quel senso di alienazione che viene a crearsi in quel tipo di ambiente, non ci godevamo per niente e nella pause tra un turno e l’altro non ci parlavamo neanche. Un giorno però Carlotta, una nostra amica in comune, ci ha presentato consapevole della passione di entrambi per la fotografia e in breve tempo la freddezza iniziale è completamente scomparsa. Abbiamo cominciato a vederci anche fuori dal contesto lavorativo: ci scambiavamo pareri, facevamo molte fotografie insieme condividendo le nostre attrezzature e ci davamo consigli a vicenda. Così, mentre la nostra amicizia si rafforzava, gettavamo le basi del nostro rapporto lavorativo iniziato poi ufficialmente con il nostro primo video (Into The Ocean), pubblicato nel giugno 2012 per la band punk rock The Plasters. La fortuna ha voluto che in quella giovane band militasse come cantante e chitarrista l’attuale direttore creativo della Ultra Music Eddie Sears che, entusiasta della buona riuscita del video, ci ripeteva sempre che se un giorno fosse riuscito a lavorare per un’etichetta discografica, avrebbe voluto collaborare ancora con noi. Un sogno che si è realizzato solo 3 anni dopo quando abbiamo iniziato a produrre i primi video per l’Ultra. Per concludere la risposta dobbiamo dire che la nostra amicizia si riflette nell’ambito lavorativo al 90% in modo positivo; quel 10% negativo può essere generato dal fatto che qualche volta i consigli possono essere fraintesi e rappresentare critiche a livello personale, ma per fortuna questo non accade quasi mai.
-3 Immagino che entrambi da ragazzini abbiate almeno una volta cercato di far esplodere le casse ascoltando l’immortale hit Satisfaction di Benny Benassi: cosa significa essere arrivati a produrre una serie di video trailer per il suo nuovo album Dancehaolic? Amate di più il “vecchio” Benny Benassi dalle sonorità molto più techno o quello attuale più spostato verso l’EDM?
Luca: Quando è uscita Satisfaction era forse il primo anno in cui andavo in discoteca ed è quindi una superhit che ho veramente “vissuto” e credo che a distanza di 15 anni sia ancora un pezzo incredibile. Ho avuto anche un periodo in cui facevo il DJ e i pezzi di Benassi, anche quelli più di nicchia, non mancavano mai nella mia scaletta. Realizzare un video per lui è stata una soddisfazione enorme anche per queste ragioni, ma devo dire che preferisco sicuramente i suoi vecchi pezzi perché spiccavano davvero per originalità. Ora segue un filone, è più uniformato, ma riesce comunque a tenere il passo con le nuove leve dell’EDM.
Giulia: Io avevo solo 13 anni, probabilmente giocavo ancora con “Action Man” e di certo non frequentavo le discoteche. La hit Satisfaction mi è arrivata qualche anno dopo: da quel momento ho sempre stimato Benny Benassi anche se non lo seguivo con la stessa passione di Luca e lavorare per lui è stato un grande traguardo. Dovendo scegliere, anche io direi che preferisco il ” vecchio” Benny Benassi, anche se penso che ora segua la corrente EDM senza tuttavia fossilizzarsi nel genere.
-4 Tra videoclip veri e propri e lyric video ormai avete un curriculum di tutto rispetto con artisti già famosi e altri molto promettenti, spaziando dall’EDM al rock più alternativo. A mio parere il vostro video più emozionante e “cinematografico” é il rework di Missing (vecchio pezzo degli Everything But The Girl) del giovane dj tedesco Luca Schreiner. Come nasce l’idea per il video? È stato divertente lavorare con degli animali?
Gugu: L’Ultra Music ci ha contattato tramite il suo direttore creativo Eddie Sears (mantenendo così una vecchia promessa) mandandoci la canzone e alcune indicazioni (tra cui il budget per il video) e noi gli abbiamo mandato due “trattamenti”, che in gergo tecnico sono la spiegazione dei progetti per un video attraverso parole e immagini. Il primo trattamento, sicuramente di più semplice realizzazione, aveva come protagonisti degli esseri umani mentre il secondo, una vecchia idea di Giulia, era una storia d’amore con protagonisti due cani. Alla fine è stata scelto il secondo trattamento e ci siamo messi immediatamente al lavoro con grande impegno ed entusiasmo. Missing è stato il primo video vero e proprio che abbiamo prodotto per Ultra Music; in precedenza infatti avevamo realizzato solamente un lyric video per Donati & Amato e avevamo lavorato come aiutanti al video di Reckless dei Sunstars (n.d.r. già intervistati da YMW circa un anno fa) realizzato dall’amico Mattia Bergonzi.
Lavorare con i cani border collie per il video di Missing è stata un’esperienza bellissima: i due cani, guidati con grande amore e professionalità dall’addestratrice Caterina Rolli, si sono comportati come degli attori professionisti e siamo riusciti a realizzare le riprese senza alcun problema.
-5 Ad una domanda sull’evoluzione dei video musicali dagli anni ’80 ad oggi e sul ruolo attuale di MTV Steve Barron, geniale regista di leggendari videoclip per musicisti del calibro di Michael Jackson, A-ha, Dire Straits e Madonna, ha risposto: “Non guardo MTV, ma mi sembra di capire che sia diventato un canale di reality show. Questo è un peccato perchè ormai da parecchi anni il trend per i video musicali è YouTube, nel quale bisogna entrare e sapere già cosa cercare. È un peccato che non esista più un “ombrello” per i video perchè in giro ci sono molte idee intelligenti e creative realizzate a basso costo. Vedo un sacco di giovani realizzare grandi progetti con dei budget striminziti: ai miei tempi sarebbero stati lodati, ora invece è molto più difficile che ottengano il riconoscimento che meritano. Molti dicono di essere in un cattivo stato in questo momento e io sono d’accordo. Ma sono in un cattivo stato dal punto di vista del marketing. Ci sono un sacco di buone idee là fuori e giovani registi in grado di realizzarle, ma hanno difficolta ad essere presi sul serio”. Cosa ne pensate?
Gugu: In base alla nostra esperienza crediamo che questo discorso sia profondamente corretto. Certo, entrare su MTV non era certo facile, ma dal momento che riuscivi ad entrarci avevi una visibilità enorme e riuscivi a restare sulla cresta dell’onda per lungo tempo. La rete ha democratizzato i video musicali: anche il piccolo videomaker ora può ottenere una visibilità che in televisione non avrebbe mai avuto, ma con la stessa facilità può tranquillamente perdersi in mezzo ad un mare di idee e finire nel dimenticatoio. Siamo comunque convinti che le idee veramente valide riescano ancora ad emergere. Il discorso sui budget è un tema molto complesso: noi ce la caviamo molto bene a lavorare con piccoli budget. Può sembrare un controsenso, ma lavorare con grandi budget può talvolta generare molte altre problematiche.
-6 Che strumentazione utilizzate per le riprese e la post-produzione dei vostri lavori? Il regista di cinema muto Pudovkin espresse questo concetto, ripreso svariate volte da Kubrick: “Il montaggio è dunque il vero linguaggio del regista, l’atto creativo cruciale nella produzione di un film; per giudicare la personalità di un registra cinematografico non si deve far altro che osservare i suoi metodi di montaggio. Quello che per uno scrittore è lo stile, per il regista è il suo modo particolare ed individuale di montaggio”. Quanto è importante il montaggio nel vostro lavoro?
Gugu: Giriamo la maggior parte dei video con macchine fotografiche reflex o mirrorless di nostra proprietà, tranne per alcune produzioni più importanti in cui abbiamo la possibilità di noleggiare videocamere utilizzate anche in ambito cinematografico. Prima utilizzavamo delle Canon, ma di recente ci troviamo meglio con delle Sony. Ovviamente da quando hanno introdotto le funzioni video nelle macchine fotografiche digitali i costi della lavorazione dei videoclip si sono abbassati drasticamente e anche i videomaker emergenti hanno la possibilità di girare video ad altissima qualità. Il montaggio ha grande importanza e può risolvere molte situazioni: ultimamente si possono girare ottimi video utilizzando anche uno smartphone e in questo caso un buon montaggio fa ancora la differenza. Tuttavia le riprese non sono certo meno importanti e se le immagini non hanno una certa resa non si possono fare miracoli. Noi giriamo sempre in digitale, con la pellicola il montaggio acquisisce molta più importanza; se poi torniamo indietro agli albori del cinema è evidente che con le strumentazioni disponibili all’epoca alcuni montaggi risultano delle vere e proprie opere d’arte. Per la post-produzione dei nostri video ci affidiamo principalmente ai programmi Premiere e After Effects, due ottimi software con numerose potenzialità.
-7 Quali sono i registi di videoclip più interessanti nella scena attuale sia italiana che internazionale? Per quanto riguarda il cinema e la televisione quali sono i registi che preferite e che più vi ispirano nel vostro lavoro?
Giulia: In questo caso devo fare una distinzione tra i video musicali e gli aftermovie della serate: tra i registi di video musicali mi piace molto l’italiano Marco Prestini di Flash Factory, mentre per gli aftermovie la Yoder Productions.
Luca: Per gli aftermovie direi Final Kid, mentre per quanto riguarda i videoclip non ho artisti preferiti: ce ne sono tantissimi e solitamente faccio più attenzione al video in sé rispetto al regista che l’ha prodotto.
Gugu: Fra i nostri registi preferiti e fonti d’ispirazione possiamo citare Iñárritu, Wes Anderson, Gaspar Noè, David Fincher, Lars Von Trier e Jaco Van Dormael. Ultimamente guardiamo moltissime serie tv, francamente non ricordiamo chi siano i registi, ma di recente abbiamo amato molto le serie di Netflix come Narcos, Stranger Things e Daredevil.
–8 Scegliete il vostro preferito tra questi 5 storici videoclip e spiegate il motivo della vostra scelta:
• A-ha “Take On Me”
• The Smashing Pumpkins “Tonight, Tonight”
• Duran Duran “Rio”
• Queen “I Want To Break Free”
• Soundgarden “Black Hole Sun”
Luca: Io dico Take On Me. L’ho sempre reputato uno dei video migliori della storia sia per l’idea che per la realizzazione. Farlo ora non sarebbe difficile, mentre per il 1985 è stato sicuramente qualcosa di strepitoso. Il lavoro di post-produzione basato su disegno e animazione sopra il girato è un vero capolavoro.
Giulia: Sono d’accordo con Luca riguardo alle difficoltà della lavorazione di un video come quello degli A-ha; poco tempo fa ci siamo trovati a realizzare qualcosa di simile e non sapevamo da che parte iniziare. Tuttavia io amo i video con un’idea brillante e poco lavoro di post-produzione quindi dico I Want To Break Free, una risposta influenzata anche dalla mia passione per i Queen.
-9 Parlateci un po’ della vostra esperienza nell’organizzazione di HØT, una delle serate di punta delle notti parmigiane e non solo: nasce esclusivamente da un’idea di Luca Giudici (già fra i DJ e gli organizzatori dei celebri party milanesi Weird e WeRiddim) e voi siete stati contattati dopo o siete stati parte integrante nella creazione del progetto fin dagli inizi? È stato difficile creare una serata con musica trap, bass e hip-hop in una città relativamente piccola e poco avvezza alle novità come Parma?
Gugu: L’idea di base è di Luca Giudici, ma fin da subito ci ha coinvolto a 360° nella creazione e nell’organizzazione della serata, quindi non solo a livello tecnico per le nostre abilità nell’ambito delle foto e dei video. Per ogni decisione, a partire dalla composizione dello staff fino ad arrivare alla scelta degli ospiti, il nostro parere è molto importante. Possiamo dire che noi, Giad (Luca Giudici), Bernardo Fibrosi e Leonardo Tanzi (ovvero i 2PLO, DJ resident insieme a Giad) siamo una grande famiglia e ciascun membro è di vitale importanza nella realizzazione del progetto. Dobbiamo dire che non è stato così difficile far apprezzare alla gente una novità come HØT, anche se è stato impegnativo creare e coltivare un prodotto di qualità in cui nulla viene lasciato al caso. La serata si svolge una volta al mese e appena finisce pensiamo già a cosa possiamo migliorare nella serata successiva.
-10 Per concludere, ritorniamo ai video con una domanda ambiziosa, ma speriamo non utopica: qual è il DJ, il cantante o la band con cui vi piacerebbe lavorare di più al mondo?
Luca: Gnash (cantante e produttore R&B americano), gli OK Go e i Justice.
Giulia: Troyboy (DJ/ producer trap inglese), i Major Lazer e i Coldplay.
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