Intervista YMW: Brandon Flowers Ci Presenta ‘The Desired Effect’
Il 15 maggio scorso è uscito The Desired Effect, secondo album solista del frontman dei The Killers, che ha suscitato buone reazioni della critica ed è andato subito al #1 in UK. Lo abbiamo incontrato insieme ad altri giornalisti (che ringraziamo!) in un pomeriggio rovente milanese all’interno del Fabrique, prima del concerto del 5 giugno (unica data italiana). Ecco la nostra intervista esclusiva:
Per cominciare Brandon, quali sono le differenze tra il tuo nuovo album e il precedente solista (Flamingo, 2010).
Le circostanze sono state esattamente le stesse: i Killers volevano riposarsi un attimo, mentre io avevo voglia di andare avanti e così ho fatto questo progetto solista. E’ un disco diverso naturalmente, ho scelto un produttore differente (Ariel Rechtshaid) con cui non avevo mai lavorato, mentre in Flamingo avevo Stuart Price che aveva già lavorato con noi Killers. Il risultato è un disco che esplora nuovi territori.
Qual è la reazione dei fan dei Killers finora? Pensi che considerino il progetto come uno spin off della band o come un artista differente?
Non c’è confusione a riguardo, sanno che non lo faccio per attirare l’attenzione ma solo perché al momento i Killers non vogliono andare in studio. Quindi i fan mi hanno supportato molto in questo e hanno avuto reazioni positive.
A proposito, pensi di essere ‘Brandon Flowers’ o ‘Brandon Flowers dei Killers’?
Bella domanda, penso sia impossibile separarmi dai Killers, la maggior parte della mia identità proviene dalla band. E sono contento di questo!
Abbiamo letto un aneddoto in cui hai incontrato Morrissey e ti sei stupito che conoscesse il nome del tuo album. Come artista solista stai riscoprendo il piacere di queste piccole cose, che magari avevi perso in un gruppo come i Killers?
Devo dire che tutto parte in modo identico, parte dai desideri che avevo quando avevo 18 anni e cominciavo a scrivere canzoni. Volevo scrivere la canzone migliore che potevo; spero che questo impulso non cambi mai! A volte sbagliamo pensando al possibile successo commerciale di una canzone, ma ora ho imparato e ho capito che devo solo concentrarmi sulla musica che mi piace.
Qual è il “desired effect” delle persone che ascolteranno questo album?
Spero che sempre più persone si uniscano a questo viaggio insieme a me, non mi dispiacerebbe guadagnare nuovi fan in qualche modo. Sono in giro da 11/12 anni ormai e sono felice che ci siano persone che si sentono connesse a queste canzoni. Siamo cresciuti insieme in un certo senso.
Alcuni brani sembrano provenire da un album del 1987, ‘Diggin’ Up The Heart’ ad esempio. Stai in qualche modo ripercorrendo le tue influenze musicali?
Si, io e Ariel abbiamo parlato di quali fossero le nostre influenze personali. Se penso a un brano come Diggin’ Up The Heart mi vengono in mente gli ELO o Lindsey Buckingham. Forse alcune di queste influenze non erano venute ancora fuori in passato.
Come mai ti piacciono così tanto i suoni anni ’80?
Sono nato nel 1981, quindi per i primi anni della mia vita ho ascoltato la musica degli anni ’80. E le tastiere che abbiamo usato sono quelle che userebbero gli U2 o i Depeche Mode. Ma ci sono canzoni nell’album che non suonano così 80’s secondo me, come ad esempio Dreams Come True o Still Want You.
Dagli inizi dei Killers ad oggi molte cose sono cambiate nel modo di ascoltare musica. Cosa ne pensi del digitale, dello streaming e dei nuovi modi di fruire la musica?
Vedo che molte persone la percepiscono come una cosa positiva, tutta questa libertà e accessibilità… Ma se guardiamo bene ci sono lati negativi: non ci sono così tante grandi band come nel passato, le case discografiche falliscono, le stazioni radio di musica rock stanno scomparendo, in America non ce ne sono quasi più. Quindi in realtà è piuttosto preoccupante. Sono stato fortunato ad aver iniziato quando ancora la situazione era differente, ma per chi inizia a fare musica oggi dev’essere dura.
Parlando del tour, sappiamo che farai anche qualche cover e qualche brano dei Killers. Come hai scelto i brani in scaletta?
Ho scelto canzoni che mi piacciono, ad esempio stasera farò una canzone di Joe Pug, che mi accompagna in questo tour aprendo i concerti. E’ sempre bello imparare nuove canzoni, anche di altri artisti, è qualcosa che consiglierei a chiunque faccia musica!
Per concludere, abbiamo letto su NME che questo sarà il tuo ultimo album…
No questa è una loro invenzione, ho solo detto che se i Killers saranno contenti di andare avanti a fare dischi e tour, questo potrebbe essere il mio ultimo album solista. Invidio molto gruppi come i Coldplay quando sento che, appena finito un tour, sono subito in studio a registrare. Mentre la mia band non è così, siamo un gruppo molto strano. Forse dovrei unirmi ai Coldplay…
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