70 anni di Pete Townshend, 10 brani per Festeggiarlo…
Il 19 maggio del 1945 nasceva a Chiswick, nella West London Peter Dennis Blandford Townshend, per tutti semplicemente Pete, straordinario chitarrista, compositore e membro di spicco dei leggendari Who. L’unico rimasto, insieme al cantante Roger Daltrey, della formazione originale.
Si potrebbero spendere tantissime parole su questo vero e proprio genio musicale, compositore della prima opera rock di successo mai registrata, “Tommy”. Tra i primi musicisti ad intendere a pieno le potenzialità sceniche dei live già dai primi anni 60, rompendo con violenza la sua chitarra a fine concerto, quasi ogni volta che saliva sul palco. Simbolo della subcultura mod, uno dei pochi autori in ambito pop-rock a parlare agli adolescenti senza troppi giri di parole, direttamente al cuore e alla pancia dei tumultuosi teenagers inglesi e non, tra gli anni 60 e 70.
Meglio però far parlare la sua musica, ecco quindi una spero non troppo pretenziosa lista di 10 brani simbolo di Townshed e degli Who.
I Can’t Explain, 1964
Il primo singolo singolo di successo deigli Who, musicalmente molto semplice e di impatto, parla della difficoltà giovanile di parlare e far capire le proprie sensazioni ed emozioni.
My Generation, 1965
Forse il pezzo più famoso della prima parte di carriera del gruppo, altro esempio di brano “generazionale” di Townshend, con versi particolarmente scioccanti per l’epoca come “I hope i die before get old”/”Spero di morire prima di invecchiare”).
Substitute, 1965
Altro pezzo storico, insieme a I Can’t Explain è un classico dei live della band britannica, coverizzata da gruppi punk come Ramones e Sex Pistols.
I’m A Boy, 1966
Comincia a lavorare l’incredibile immaginazione di Townshend in questo brano che inizialmente doveva fare parte di una opera rock che poi non venne più sviluppata. In un futuro distopico (o utopico fate voi) in cui i genitori possono scegliere il sesso dei loro figli, per errore ad una famiglia arriva un ragazzo invece di una ragazza, ma la madre non vuole farsene una ragione.
Happy Jack, 1966
Pubblcata inizialmente come singolo e poi inserita nell’album “A Quick One”, è uno dei pochissimi brani composti da Townshend ad avere alla voce il bassista John Entwistle e un tentativo di intervento del batterista Keith Moon redarguito prontamente. Alla fine della registrazione infatti si può sentire un perentorio “I saw you!”/”Ti ho visto!”, esclamanto dallo stesso Townshend.
Pictures Of Lily, 1967
Parla senza troppi giri di parole di masturbazione, un ragazzo insonne non riesce a dormire e riceve dal padre delle foto di Lily. Magicamente il ragazzo si “rilassa” e dorme felice. Scoprirà che Lily è morta da molti anni, ma questo non influisce sulle fantasie del ragazzo.
I Can See For Miles, 1967
Unico singolo estratto dall’album “The Who Sell Out”, melodie e tecniche di registrazione sempre più complesse. E’ il più grande successo degli Who negli Stati Uniti, anche se Townshend non sarà mai pienamente soddisfatto del disco.
Pinball Wizard, 1969
“So che non mi crederà nessuno, ma io sto davvero pensando di scrivere un’opera rock che abbia per protagonista un giocatore di flipper sordo, muto e cieco. Non sto scherzando, anche se per ora è solo un’idea che ho in testa. Non c’è niente di definito”. Il brano è uno dei pezzi più famosi del gruppo e farà parte della già citata opera rock “Tommy”.
Baba O’Riley, 1971
Altro brano celebre di Townshend che racchiude in sè almeno altri tre generi musicali. Struttura musicale insolita, senza un ritornello e una strofa ben identificabile, caratterizzata da una intro con sintetizzatore, rimasta nella storia della musica rock.
Who Are You, 1978
Title track dell’ultimo album degli Who prima che morisse Keith Moon e si chiudesse un’era della carriera del gruppo. Scritta a proposito di un turbolento incontrodi Townshend con Paul Cook e Steve Jones, batterista e chitarrista dei Sex Pistols. Per la cronaca in questo incontro il “vecchio” Pete ubriaco molesta e scandalizza due membri della punk band più folle del momento, abituata a vedersela con le peripezie di Sid Vicious. Così tanto per dire.
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