Intervista YMW: Edless, umiltà e passione.
Mi è capitato di incontrare tanti ragazzi che fanno musica, tanti musicisti con cui scambiare idee e gusti musicali a volte cerchi di sbrigarla in poco tempo ma questa volta, nonostante non conoscessi nessuno dei componenti del gruppo, è stato divertente, non una semplice intervista.
Abbiamo parlato di Rock, di cantautori italiani d’altri tempi, di qualche ragazzino un po’ troppo Indie che non ci piace neanche un po’ e della pasta al pomodoro (fredda) che davano a Le Scimmie al posto di pagare gli artisti. Ora Le Scimmie ha chiuso ma questa è un’altra storia.
Gli Edless sono un gruppo interessante, hanno creato un Ep diverso dal solito che meriterebbe più visibilità, pieno di musica non scontata e sonorità ricercate. Un bravissimo a Giacomo di Everybody on The Shore che ha prodotto un bel disco che trovate alla fine delle mille parole che ci siamo scambiati qui sotto.
Partiamo dall’inizio ragazzi, la band come nasce?
Suoniamo da tanto tempo in realtà, con la formazione attuale invece dal 2013, noi 4 (il tastierista non era presente al tavolo ndr. ) facevamo cover di gruppi grunge, principalmente suonavamo i Pearl Jam, fino a che abbiamo deciso di cambiare e portare un po’ di elettronica inserendo una tastiera sia sul palco che nei nostri pezzi , abbiamo sperimentato e ci piace molto il risultato.
L’album o l’Ep, chiamiamolo come ci pare, mi è piaciuto è ben strutturato e mi sembra abbiate idee chiare su quello che volete portare alla luce. L’ho ascoltato sia di giorno che di notte e devo dire che l’ambiente notturno a mio avviso abbraccia meglio le sonorità e l’idea che immagino vogliate portare avanti. Sbaglio?
È un’interpretazione interessante… (nel frattempo sono arrivate le birre quindi c’è un attimo di pausa).
…Guarda abbiamo visto nella nostra musica e nei nostri testi un mondo in penombra, sono scritti in inglese sia per abitudine ad ascoltare questo tipo di musica in lingua inglese che per nascondere quella timidezza che può rivelarsi nel momento in cui si scrivono pensieri, e con l’inglese si riesce a mascherarsi bene. Noi ci siamo sempre visti in chiaro scuro, proviamo di condensare tante atmosfere in un brano, probabilmente come dici tu la musica crea una certa atmosfera ma la voce è più luminosa.
Come è nato materialmente il vostro disco?
È stato suonato tutto e registrato in contemporanea, abbiamo avuto la fortuna di trovare uno studio grande che ci ha potuto accogliere e siamo riusciti a suonare insieme. Per una questione emotiva ci piace poter suonare insieme e anche il nostro disco è stato prodotto in questo modo, un prodotto connesso da migliori sensazioni. Non ci piace chiuderci nello stanzino, non ci viene naturale.
È un disco pieno di suoni diversi e non immediati, live come vi comportate?
Ci piace essere più fedeli possibile ai pezzi incisi, ovviamente in presa diretta non si riescono a ricreare tutte le particolarità di una registrazione ma ci proviamo è il nostro obiettivo.
Pending Lips da vincitori e una data al Carroponte pronta che per pioggia è stata rinviata a fine agosto giusto?
Sì è stato bello e ci ha aperto delle prospettive interessanti, è stato rinviato al 30 agosto, la gente torna dal mare e verrà a sentirci quindi va benissimo.
Con Mtv New Generation?
Abbiamo inviato dei nostri pezzi perché Giacomo (citato sopra) ci aveva avvisato che c’era la possibilità di farsi vedere ed ascoltare. Loro hanno due rubriche una “artista del mese” e una “artista della settimana“, noi siamo entrati in quello settimanale con Just Once, ma dopo quello con loro non abbiamo avuto molto rapporto. Per noi essere stati scelti resta un orgoglio e ci ha dato molta visibilità dobbiamo dirlo.
Soddisfazioni estive?
Dopo l’EP ci siamo tolti tre belle soddisfazioni, la prima è stato il concerto al Pavillon Unicredit, tantissima gente in un posto bellissimo, poi abbiamo aperto a Francesco Motta e sabato abbiamo suonato alla Ribalta a Milano. Poi arriverà il Carroponte.
Grazie Ragazzi! In bocca al lupo!
Grazie a te, crepi!
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