Love & Mercy: Alla Scoperta Del Genio Tormentato Di Brian Wilson
Il 5 giugno 2015 è uscito nelle sale statunitensi Love & Mercy il film biografico sul leader dei Beach Boys Brian Wilson, uno dei maggiori compositori della storia della musica pop. In Italia il film non ha trovato un distributore come spesso accade per molte opere, anche se stavolta è un fatto che ha dell’incredibile poiché si tratta di una storia vera che affronta il delicato tema della malattia mentale, con una colonna sonora strepitosa e che con un’adeguata promozione avrebbe trovato il suo pubblico.
La pellicola è diretta da Bill Pohlad, regista esordiente ma già produttore esecutivo di film da Oscar come I Segreti di Brokeback Mountain e 12 Anni Schiavo.
L’idea geniale del regista è stata quella di raccontare la vita del musicista in due periodi cruciali della sua vita mostrati parallelamente attraverso continui excursus temporali.
Nel primo periodo siamo a metà degli anni sessanta e un giovane Brian Wilson (interpretato da Paul Dano) inizia a pensare ad un nuovo disco fantasioso e innovativo che posso competere con Rubber Soul dei Beatles mentre i Beach Boys continuano a sfornare strepitosi successi commerciali nello stile di Surfin’USA e I Get Around.
Dopo numerosi attacchi di panico, decide di interrompere le esibizioni dal vivo con i compagni e di “chiudersi” in studio per dedicare anima e corpo alla creazione di quello che diventerà l’album capolavoro Pet Sounds. In breve tempo perde il contatto con la realtà, ha sempre più frequenti episodi di schizofrenia ed entra spesso in contrasto con gli altri membri della band a causa di profonde divergenze artistiche.
Nel secondo periodo siamo alla fine degli anni ottanta e Brian Wilson (interpretato da un ottimo John Cusack) è un uomo di mezza età confuso e impaurito, comandato a bacchetta dal suo terapista Eugene Landy (Paul Giamatti) e costretto ad assumere una quantità spropositata di psicofarmaci. In un salone di automobili conosce la sua futura moglie Melinda Ledbetter (una splendida Elizabeth Banks) che diventa fortemente determinata a salvarlo dalla manipolazione del Dott. Landy.
Il punto di forza di Love & Mercy è sicuramente la musica: ogni appassionato di rock che si rispetti non potrà che emozionarsi ammirando (e ascoltando) la fedele trasposizione dei momenti che portarono alla realizzazione di una pietra miliare come Pet Sounds e della splendida canzone Good Vibrations, rispettivamente il secondo miglior album e la sesta canzone migliore di sempre secondo le classifiche stilate dalla rivista Rolling Stone.
L’opera riuscirà tuttavia ad appassionare anche coloro che non hanno mai sentito parlare della storia tormentata di Brian Wilson o addirittura non conoscono la musica dei Beach Boys; infatti Love & Mercy è anche un film sulla malattia, sulla redenzione e sul potere salvifico dell’amore.
John Cusack, considerato molto spesso un modesto attore da “blockbuster”, ci regala una performance da brividi nella parte di un personaggio che conosce molto bene poiché è da tempo un buon amico di Wilson e un fan dei Beach Boys fin da ragazzino.
Anche Paul Dano, dopo ruoli minori in molte produzioni hollywoodiane, trova finalmente la sua consacrazione raffigurando alla perfezione la sensibilità artistica e la fragilità emotiva del giovane compositore.
Gli unici difetti del film sono forse l’eccessiva durezza nei confronti di Eugene Landy e del cantante dei Beach Boys Mike Love: Landy infatti nella realtà non fu solo dispotico e avido come viene descritto nella pellicola, ma aiutò molto Wilson all’inizio della sua malattia. Anche Mike Love viene rappresentato come un uomo arrogante e fermamente contrario a qualunque novità proposta dal compositore che potesse far vacillare lo strepitoso successo commerciale della band: questo è vero in parte poiché se è risaputo che entrò in contrasto con Wilson durante la realizzazione di Pet Sounds, fu invece un elemento fondamentale nella realizzazione di quel gioiello che è Good Vibrations.
Ora vi ho già svelato fin troppo e vi lascio alla visione di questa splendida “biopic” (uscita da poco per il mercato home video) su un artista formidabile che nonostante una vita travagliata è ancora in attività e in appena cinque anni ha inciso ben quattro album: Brian Wilson Reimagines Gershwin, In The Key Of Disney e No Pier Pressure come solista, mentre That’s Why God Made The Radio insieme ai Beach Boys per festeggiare i cinquant’anni della band.
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