Hall Of FameWe Are Rock

‘The Magic Whip’, Ad Aprile Tornano i Blur!

E’ di tre giorni fa (19 febbraio) l’annuncio ufficiale a sorpresa da un ristorante cinese di Londra: il 27 aprile uscirà The Magic Whip, nuovo album dei Blur. L’ottavo della carriera, il primo da 12 anni a questa parte e il primo con il chitarrista storico Graham Coxon addirittura dal 1999. Un album pieno di grandi ritorni quindi, compreso quello del produttore Stephen Street, che non lavorava coi Blur dal 1997 ma che ha prodotto però due ottimi album solisti di Coxon nel 2004 e nel 2006. Una certezza insomma, considerando che è anche il produttore di album storici della band come Parklife, Modern Life Is Rubbish e The Great Escape.

Ma qual è stata la genesi di questo album?

  • Tutto nasce a maggio 2013: i Blur dovevano esibirsi al Japan’s Tokyo Rocks Music Festival, ma dopo la cancellazione del festival rimangono ad Honk Kong per alcuni giorni. L’occasione è perfetta per ritirarsi per circa 5 giorni negli Avon Studios e tornare a fare musica insieme. L’anno scorso Damon Albarn aveva infatti dichiarato, durante la promozione del suo album solista Everyday Robots, di avere 15 canzoni dei Blur registrate a Honk Kong quasi pronte ma che probabilmente non avrebbero mai visto la luce. Mancavano infatti alcuni testi e, parola di Damon, “se fossi stato in grado di scrivere i testi lì e riflettendo sui nostri giorni a Honk Kong, avremmo finito l’album”. Ma una volta lasciata Honk Kong il progetto sembrava aver perso significato e “non saprei più cosa cantare sopra quelle canzoni, anche se ci sono alcune ottime melodie che probabilmente non verranno mai fuori”.
  • Il materiale è stato preso in carico poi da Coxon e da Stephen Street, con l’ok di Albarn a lavorarci sopra. E pare che lo stesso cantante si sia fermato qualche giorno nuovamente ad Honk Kong di ritorno dal suo tour australiano lo scorso dicembre. Probabilmente per ritrovare la giusta ispirazione per i testi.

Cosa possiamo aspettarci da questo nuovo album?

  • Sicuramente un disco abbastanza sperimentale e non un “revival” della loro epoca d’oro britpop anni ’90. Così è stato con gli album solisti che i singoli membri hanno realizzato in questi ultimi anni: Albarn su tutti, dai Gorillaz all’ultimo acclamatissimo album solista, passando per le sperimentazioni con musica africana, elettronica o il classic rock dei The Good, The Bad and The Queen e il musical su Alice nel Paese delle Meraviglie che inaugurerà proprio quest’anno. La speranza è che le varie sperimentazioni possano essere fuse e inglobate nel progetto Blur di questo nuovo album.
  • A livello tematico e di testi potremo trovare testi più intimi da un lato e di impegno e critica sociale dall’altro. Per quanto riguarda l’intimità, Everyday Robots ha dimostrato come Albarn ultimamente stia scrivendo in una forma più soggettiva e personale, toccando anche i temi delicati del suo uso di eroina in passato. Le tematiche sociali sono state confermate sempre da Damon in un’intervista: “Parla del momento in cui eravamo lì, 24 ore prima avevano appena pulito le strade dopo le proteste studentesche di Honk Kong, unite a esperienze passate coi Gorillaz in Cina. E mi ha dato anche l’opportunità di scrivere sulla mia visita in Corea del Nord.”
  • A livello musicale è possibile che rifletterà la natura delle registrazioni: una piccola stanza, una “hot little room” come l’hanno descritta, e la spontaneità della band che improvvisava e buttava giù alcune idee. Coxon ha dichiarato che potrebbe non suonare come un album tipicamente dei Blur e Albarn si è spinto più avanti dicendo che ricorda il Bowie berlinese, un album per nulla “pastorale” ma molto radicato nell’ambito urbano. Citando ancora Damon: “Tutto parla dell’essere in questa isola piuttosto claustrofobica con milioni e milioni di altre persone”.
  • Il primo estratto dall’album (‘Go Out’, che trovate qui sotto) presente analogie con alcuni brani dell’ultimo album (Think Tank, del 2003). Beat elettronici, sintetizzatori, sperimentazioni sonore, ma qui con la chitarra di Coxon in primo piano a seguire la linea melodica vocale (tipicamente da Albarn, soprattutto nei quasi disinteressati ‘oh-oh-oh-oh-ohhs’).

Il nuovo brano non sembra avere le potenzialità da singolo vero e proprio, né da brano da cantare in spazi aperti (come il concerto che i Blur hanno annunciato per il prossimo 20 giugno ad Hyde Park). Ma gli ingredienti per un nuovo album interessante ci sono tutti e, dati i rumors sempre smentiti degli scorsi anni, la notizia di un nuovo album dei Blur è una graditissima sorpresa.

Questa la tracklist:

1. Lonesome Street
2. New World Towers
3. Go Out
4. Ice Cream Man
5. Thought I Was A Spaceman
6. I Broadcast
7. My Terracotta Heart
8. There Are Too Many Of Us
9. Ghost Ship
10. Pyongyang
11. Ong Ong
12. Mirrorball

Post precedente

Grammy Awards 2k15: Vincitori e Vinti

Post successivo

Dimensions Festival

Nessun commento

Commenta