Wild Boys VS Soul Boys: La Lunga Sfida Negli Anni Ottanta
Una sfida combattuta a colpi di hit sensazionali, videoclip d’avanguardia e lunghe tournèe in tutto il mondo: la sfida tra gli Spandau Ballet di Tony Hadley e i Duran Duran di Simon Le Bon può essere considerata uno dei simboli degli sfavillanti e fantasiosi anni ottanta. Un decennio che ha profondamente cambiato l’industria musicale grazie anche all’ormai imponente impatto dei mass media e alla conseguente nascita di MTV.
La genesi dei due gruppi ha molti elementi in comune poiché i loro membri provengono dalla middle class britannica e sono stati influenzati dal glam rock di David Bowie, Roxy Music e T-Rex, dalla musica elettronica dei Kraftwerk e Giorgio Moroder e dall’estetica del movimento punk.
I Duran Duran si formano a Birmingham nel 1978, mentre gli Spandau Ballet a Londra nel 1979: entrambe le formazioni all’inizio si collocano nella corrente new wave, ma in seguito cambiano sostanzialmente le loro sonorità diventando gli alfieri del genere new romantic, una fusione tra glam rock, synth pop e pop rock.
Con il passare degli anni i Duran Duran si spostano sempre di più verso un pop contraddistinto dal massiccio utilizzo dei sintetizzatori, mentre gli Spandau Ballet maturano una forte vena soul che si riflette nelle armonie vocali e nell’uso del sassofono.
I testi delle loro canzoni spesso si accomunano per i tratti malinconici e introspettivi, riscuotendo un enorme successo tra i giovanissimi, soprattutto nella popolazione femminile, grazie anche all’indubbia avvenenza dei loro leader Simon Le Bon e Tony Hadley.
Questo strepitoso successo alimenta il falso luogo comune che siano gruppi puramente commerciali e dalla scarsa qualità artistica quando invece, al giorno d’oggi, sono ancora di grande ispirazioni per le migliori rock band sulla scena internazionale.
Sia i Duran Duran che gli Spandau Ballet, ovviamente con un seguito molto minore, sono ancora attivi e si esibiscono in tutto il mondo e quest’ultimi hanno recentemente presentato al Festival di Cannes e al Festival del Film di Roma il documentario Soul Boys From The Western World, uno splendido affresco sulla storia del gruppo e sugli anni ottanta in generale.
Ma ora andiamo ad ascoltare le cinque canzoni più significative di ciascun gruppo, eseguite in memorabili esibizioni dal vivo.
-1 “RIO” DURAN DURAN.
Contenuta nell’omonimo album del 1982, è celebre per il videoclip diretto da Russell Mulchay eletto dagli spettatori di MTV come il miglior video di sempre.
-2 “TO CUT A LONG STORY SHORT” SPANDAU BALLET.
Primo successo del gruppo e un classico del synth pop anni ’80. La tastiera ispirò i Depeche Mode nella canzone Just Can’t Get Enough.
-3 “SAVE A PRAYER” DURAN DURAN.
Splendida ballata contenuta nell’album Rio e fra le canzoni di maggior successo della loro carriera.
-4 “LIFELINE” SPANDAU BALLET.
Canzone fra le più celebri e trascinanti dell’album True del 1983 che segna il definitivo passaggio della band al genere new romantic con influenze soul.
-5 “THE REFLEX” DURAN DURAN.
Singolo di maggior successo della band con cui riescono a raggiungere le vette delle classifiche anche negli USA. Contenuto nell’album Seven And The Ragged Tiger del 1984, è considerato uno dei primi esempi di dance rock.
-6 “GOLD” SPANDAU BALLET.
Uno dei loro pezzi più entusiasmanti durante i concerti e secondo singolo dell’album True.
-7 “WILD BOYS” DURAN DURAN.
Vero manifesto per i fan dei Duran Duran e una delle canzoni più rock della loro carriera. Pubblicata nel 1984 come singolo di lancio del live album Arena.
-8 “TRUE” SPANDAU BALLET.
Pietra miliare del genere new romantic e successo strepitoso, grazie anche alla memorabile performance canora di Tony Hadley.
Primo singolo dell’omonimo album del 1983.
-9 “ORDINARY WORLD” DURAN DURAN.
Brano che segna il ritorno del gruppo nel “gotha” della musica dopo anni di oblio.
Contenuta nell’album Duran Duran, più noto come Wedding Album, è considerata l’ultima vera grande canzone del gruppo.
-10 “THROUGH THE BARRICADES” SPANDAU BALLET.
Cavallo di battaglia dell’omonimo album del 1986. Uno dei testi più significativi della band, simbolo dell’amore che può abbattere qualsiasi barriera. Quasi una profezia della caduta del Muro di Berlino avvenuta tre anni dopo.
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